Capillari rotti: quanto (e quando) influisce la alimentazione
Sembra sempre più diffusa la presenza, specie nel pubblico femminile, di antiestetiche venuzze rosse o bluastre che vanno a formare una sorta di ragnatela sulla superficie della pelle: i capillari rotti, l’inestetismo forse tra i più temuti in vista dell’estate, sembra rappresentare un problema difficile da prevenire e comunque irreversibile, fatto salvo il temutissimo intervento laser.
Se, stando con i piedi per terra e abbandonando le fantasie, non si può fare nulla per cancellarne la presenza e tornare ad avere gambe da ventenne a più di 70 anni, molto si può fare per arrivare a questa rispettabile età senza che ve ne sia diffusa presenza.
Un ruolo di prim’ordine sulla presenza e diffusione di capillari rotti sulle gambe gioca l’alimentazione, forse inutile anche dirlo visto che siamo quello che mangiamo. Eppure c’è chi si ostina a pensare che non sia così e che restare sempre idratati, consumare con regolarità frutti rossi, piccoli frutti e praticare attività fisica non aiuti un granché.
Fatto è che non è così.
Larghezza montatura
Di seguito la tabella delle dimensioni in millimetri della larghezza degli occhiali misurata internamente da asta a asta
S fino a 125 mm.
M fino a 133 mm.
L fino a 140 mm.
XL oltre 140 mm.
A dimostrarlo è la scienza. Ma cerchiamo di capirne di più.
Cause predisponenti
È ormai statisticamente dimostrato come gravidanza e trattamenti ormonali rappresentino i maggiori fattori predisponenti della comparsa dei capillari rotti.
Durante la gravidanza, le donne hanno una quantità maggiore di sangue che attraversa i loro corpi.
Ciò si traduce in un allargamento delle vene con la conseguente maggiore predisposizione alla rottura dei capillari.
Anche gli individui, donne ma anche uomini in questo caso, che subiscono cambiamenti nei livelli ormonali possono sviluppare con maggiore probabilità vene varicose e comparsa di capillari rotti.
Il problema tende a manifestarsi più comunemente in donne che attraversano la fase della menopausa, nei bambini che si trovino nella fase della pubertà e negli uomini sottoposti a trattamenti ormonali.
Diagnosi e trattamento dei capillari rotti
La condizione dei capillari rotti è principalmente e facilmente diagnosticata con l’osservazione fisica.
I medici, al fine di poter provvedere ad un'identificazione accurata del problema, in genere chiedono ai loro pazienti quale sia il loro stile di vita, se assumono dei medicinali e quali siano le loro abitudini alimentari.
I capillari rotti possono essere curati usando differenti modalità di trattamento.
Tuttavia, la regola numero uno è quella di curare l’alimentazione.
Alimentazione: quanto può aiutarci?
Le vitamine C e K sono senz’altro le più utilizzate per questa condizione.
Particolarmente utili sono anche i flavonoidi che ridonano elasticità ai capillari.
Di questi è ricchissimo il tè verde. La dieta ideale per la cura i capillari è quella mirata a migliorare la diuresi e la circolazione grazie al consumo di:
- Pesce ricco di omega3;
- Spinaci e sedano che stimolano la produzione di collagene proteina questa fondamentale per la tonicità dei tessuti venosi;
- Agrumi e kiwi sono ricchi di bioflavonoidi che, insieme alla vitamina C, rappresentano un ottimo rimedio contro la fragilità capillare.
Tuttavia, è doveroso precisare che se una buona e corretta alimentazione può aiutare molto quando il problema è solo all’inizio, stessa cosa non vale per i casi più gravi.
L’alimentazione aiuta, ma non risolve in presenza di capillari rotti ormai ampiamente diffusi.
Rimozione laser: trattamento davvero definitivo?
Il trattamento laser resta lo strumento più tecnicamente avanzato con il quale affrontare il problema nel caso dei capillari rotti.
Tuttavia, recenti statistiche dimostrano che esso va adattato da caso a caso in maniera personalizzata e specifica in base a tanti fattori che cambiano, appunto, da un soggetto all’altro.
Questa tecnica, se mal utilizzata, può lasciare infatti sulla pelle segni, cicatrici e macchie.
È una metodica che funziona, è vero, ma non su tutti e non sempre al 100%.
Stiamo dunque molto attenti.
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