Importanza del gioco nei bambini per il loro sviluppo cognitivo, affettivo e sociale
Non c'è niente di più serio e coinvolgente del gioco per un bambino.
I piccoli giocano in maniera naturale e fisiologica, perché, nel farlo, provano una sensazione di innato benessere.
Al tempo stesso, visto che è attraverso il gioco che essi iniziano a comprendere, è di fondamentale importanza capire quali giochi è giusto consentire loro di fare e quali incidono sul loro sviluppo emotivo, fisico, ludico-cognitivo ed anche affettivo.
I loro giochi mutano infatti in base alle tappe delle loro vita.
Larghezza montatura
Di seguito la tabella delle dimensioni in millimetri della larghezza degli occhiali misurata internamente da asta a asta
S fino a 125 mm.
M fino a 133 mm.
L fino a 140 mm.
XL oltre 140 mm.
Le tappe dell’attività ludica
Le diverse modalità di gioco dipendono dall’età dei bambini e tendono a cambiare sensibilmente con la crescita. È necessario rispettare i cambiamenti che si susseguono in queste fasi poiché sono un’importante chiave di lettura per il loro equilibrio psico-fisico.
Da 0 a 1 anno: il neonato nel suo primo anno di vita non può ancora giocare con oggetti.
I giochi vengono fatti con il suo corpo, quindi con i suoi piedini ad esempio, o con il corpo della mamma (capelli, orecchie, ecc). Trattasi di attività a carattere ripetitivo ed esplorativo.
2 anni: il bambino inizia a prendere coscienza della separazione dalla mamma e quindi tende a trovare il suo oggetto preferito, un oggetto “transizionale” spesso rappresentato da peluches o bambolotti che nei primi anni di vita è per loro vitale ma che poi, di solito, viene poi abbandonato.
3 anni: è ora che iniziano ad essere svolti i primi giochi di socializzazione. Il bambino dimostra interesse a giocare con gli altri, è stimolato ad avvicinarsi agli altri bimbi ed inizia così a sviluppare la capacità immaginativa e tende ad imitare il comportamento degli altri.
Dai 4 ai 5 anni: è una fase in cui il gioco si fa piena espressione delle proprie dinamiche interne i giochi maggiormente prediletti sono quelli della “mamma con il suo bebè”, del dottore, il gioco a nascondino.
Dai 6 ai 10 anni: i giochi iniziano, in questa fase, ad essere caratterizzati da precise regole finalizzate a fare in modo che il bambino impari a stare con gli altri rispettando quanto necessario per garantire il buon funzionamento del gioco.
Lo sviluppo cognitivo.
A livello cognitivo il gioco favorisce lo sviluppo della memoria, dell'attenzione e della concentrazione.
Ad essere sollecitata è anche la capacità di confronto, di relazione, nonché quella di utilizzare gli schemi recettivi. L'attività ludica acquista dunque per la crescita del piccolo una grande importanza perché il bambino è chiamato a comprendere i meccanismi del gioco.
Per lo stesso motivo, quest’attività svolge una duplice funzione nel suo sviluppo cognitivo: da un lato consente al bambino di comprendere ciò che sta all’esterno in modo da adattarsi, dall'altro permette di conoscere e controllare il proprio mondo interno fatto di desideri ed istinti, arrivando quindi a creare un giusto compromesso tra le due realtà.
Lo sviluppo sociale nell'attività ludica
Lo sviluppo sociale è un altro risvolto importante del gioco.
Questo si fa veicolo di socializzazione non solo dal punto di vista soggettivo -in quanto strumento che consente al bambino di conoscere, controllare e gestire le frustrazioni che vengono sollecitate dalla vita sociale- ma anche a livello oggettivo.
Il gioco va da quello solitario, che è tipico dei bambini di pochi mesi di vita e in cui manca assolutamente l'interazione sociale, al gioco di gruppo adottato anche in tutte le scuole materne dai 3 anni in su’.
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