Neurite ottica: come si manifesta e come intervenire per tempo
Non tutti sanno che i processi di infiammazione che colpiscono il nostro corpo, per altro sempre più diffusi e frequenti negli ultimi anni, possono interessare anche i nostri occhi e, in particolare, il nervo ottico.
Tra i casi di infiammazione a carico di quest’ultimo rientra la neurite ottica.
Questa patologia va a colpire, appunto, il nervo ottico, ossia quel fascio di fibre nervose oculari che svolgono un ruolo di fondamentale rilievo: trasmettono le informazioni visive al cervello.
Come “si comporta” la neurite ottica?
Generalmente la neurite ottica coinvolge un solo occhio, tuttavia, anche se più raramente, essa si può manifestare in maniera bilaterale.
Larghezza montatura
Di seguito la tabella delle dimensioni in millimetri della larghezza degli occhiali misurata internamente da asta a asta
S fino a 125 mm.
M fino a 133 mm.
L fino a 140 mm.
XL oltre 140 mm.
Nei pazienti meno giovani, questa patologia si può presentare anche come “neuropatia ottica ischemica”, in forma arteritica (con valori VES più elevati) o non arteritica (con valori VES meno elevati): queste due tipologie causano una repentina perdita della visione, spesso invalidante.
I sintomi più comuni della neurite ottica sono rappresentati, più in particolare, da diversi disturbi visivi quali un’alterata percezione dei colori, un offuscamento dell’immagine, dolori al movimento dell’occhio e dolori perioculari. Alcuni soggetti in genere, dichiarano di accusare fenomeni visivi come la percezione di lampi luminosi in assenza di luce, macchie nel campo visivo, luci lampeggianti, ecc.
A questa principale sintomatologia possono aggiungersi, nella forma arteritica, sintomi quali mal di testa, dolore alla masticazione, alle articolazioni e, in alcuni casi, anche dolore del cuoio capelluto.
Cause e studi scientifici di settore
Sulla neurite ottica si sono focalizzati, nel tempo, diversi studi atti a sindacare e scoprire le cause e le origini di una patologia tanto invasiva.
Alla luce di questi, è emerso che la sclerosi multipla rappresenta sicuramente una delle cause principali della neurite ottica retrobulbare anzi, la presenza di tale neurite è spesso uno dei primi segni evidenti di questa malattia. Per quanto riguarda invece la neuropatia ottica ischemica, essa è generalmente di natura vascolare.
Tuttavia, ancora oggi, la causa esatta - ammesso che ve ne sia di fatto una - della neurite ottica è sconosciuta. Quello che è certo è che essa vada a svilupparsi quando il sistema immunitario erroneamente attacca la sostanza che copre il nervo ottico (mielina), causando infiammazione e danni alla mielina stessa. La mielina, infatti, nella normalità, permette agli impulsi elettrici di viaggiare dall’occhio al cervello rapidamente.
Quindi, nel cervello, tali impulsi vengono trasformati in informazioni visive.
La neurite ottica causa una interruzione di questo processo, influenzando in tal modo la visione.
Soggetti maggiormente colpiti e terapia
La neurite ottica colpisce molto spesso soggetti giovani di età tra i 20 e i 30 anni.
Naturalmente il primo passo per poter diagnosticare in modo corretto questa patologia è quello di rivolgersi a un oculista.
Questi andrà sicuramente ad esaminare il fondo oculare per riscontrare eventuali rigonfiamenti e possibili presenze di emorragie alla testa del nervo ottico (papilla).
Anche un esame clinico-medico completo potrà aiutare ad escludere eventuali malattie correlate, in considerazione del fatto che la neurite ottica può rappresentare un sintomo iniziale di altre patologie.
Terapia correlata alla neurite ottica
Per quanto riguarda la terapia, per il trattamento della neurite ottica ischemica arteritica e quella retrobulbare si prevede l’utilizzo di steroidi per via sistemica, inizialmente per via endovenosa.
E’ fondamentale la diagnosi precoce: il trattamento va effettuato il più presto possibile per cercare di limitare i danni. Nella forma arteritica, ad esempio, che spesse volte è caratterizzata spesso da uno scarso recupero visivo, una terapia adeguata tende a ridurre fortemente il rischio di un analogo episodio a carico dell’occhio sano.
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