Cecità notturna: di cosa si tratta esattamente e perché se ne parla così poco?
Non vedere perfettamente in zone poco illuminate o quasi al buio è abbastanza normale: l’occhio necessita, infatti, di adattarsi alla nuova condizione di luce. Tuttavia, la cecità notturna, pur condividendo questi sintomi, è, invece, una vera e propria patologia.
Trattasi, nello specifico, di una condizione che indica particolari difficoltà nel mettere a fuoco gli oggetti in condizioni di poca luce.
Essa può causare, pertanto, difficoltà o addirittura impossibilità a guidare di notte.
Dal punto di vista squisitamente medico, per cecità notturna, anche identificata con l’espressione emeralopia, si intende appunto un deficit visivo negli ambienti poco illuminati, mentre la visione appare praticamente normale durante il giorno.
Larghezza montatura
Di seguito la tabella delle dimensioni in millimetri della larghezza degli occhiali misurata internamente da asta a asta
S fino a 125 mm.
M fino a 133 mm.
L fino a 140 mm.
XL oltre 140 mm.
Bisogna innanzitutto chiarire che la cecità notturna non è da confondere con la cosiddetta miopia notturna, la quale ultima colpisce invece maggiormente i giovani ed è causata dalla dilatazione delle pupille, con difficoltà nella visione in ambienti a bassa illuminazione.
Quali sono le cause della cecità notturna?
La cecità notturna può essere causata da una serie di mutazioni genetiche che provocano alterazioni nei fotorecettori e in altre cellule retiniche.
Queste forme di cecità sono manifestazioni della retinite pigmentosa, ovvero una serie di malattie ereditarie della retina che provocano gradualmente una perdita progressiva della vista.
Le persone anziane possono essere soggette ad una diminuzione parafisiologica di rodopsina (pigmento contenuto nei bastoncelli), con conseguente cecità notturna ed altri disturbi visivi.
Altra causa di questa patologia visiva che va, sicuramente, tenuta in conto, è rappresentate anche da una significativa carenza di vitamina A.
Essa concorre a trasformare le immagini stesse in impulsi che vengono trasmessi alla retina, svolgendo quindi un ruolo importante nella salute della vista.
La cecità notturna è rivelabile anche in presenza di cataratta, miopia e glaucoma, spesso come effetto collaterale di farmaci ipotonizzanti.
Come si cura la cecità notturna?
Attualmente, non si parla molto del problema, pur essendo molto diffuso, questo, verosimilmente, può dipendere dal fatto che non esistono terapie univoche e risolutive per la cura della cecità notturna.
Tuttavia, prima di tutto, è necessario verificare l’origine del problema visto che esso, almeno nel caso di miopia, può essere attutito con la correzione della vista.
Per il futuro si punta molto sulla terapia genica che potrebbe rivelarsi salvifica per riparare quei geni difettosi con sostituzione di alcune sequenze di DNA, cosa che, in genere, dovrebbe aver luogo sfruttando un virus vettore svuotato del suo materiale originario genetico.
Come si può prevenire la cecità notturna?
La prevenzione della cecità notturna sembra non condurre a risultati concreti, tuttavia, nella maggioranza dei casi, è possibile almeno rallentare la riduzione del problema.
Molto importante è, comunque, effettuare screening genetici, in quanto sono stati identificati molti geni responsabili della patologia de quo.
Come abbiamo già detto in precedenza, inoltre, la vitamina A occupa un posto molto importante nella prevenzione di tale patologia. In particolare, nelle degenerazioni retiniche, dove vengono colpiti per primi i bastoncelli, diversi esperti raccomandano una somministrazione di piccole dosi al giorno di vitamina A-palmitato, precursore della rodopsina.
Questa sostanza, infatti, sembra avere un effetto protettivo sui coni, rallentandone la degenerazione.
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