Allergia congiuntivale - Congiuntivite: trattamenti ed accorgimenti per vivere meglio
L’allergia congiuntivale è un’infiammazione della congiuntiva,
ossia della membrana che riveste la parte bianca dell’occhio e la parte interna delle palpebre.
Questo disturbo è causato da una sensibilità eccessiva a sostanze estranee.
Varie sono le cause, in testa ad esse si collocano le infezioni dovute a batteri e virus e le allergie a sostanze chimiche, nonché a farmaci e a cosmetici.
Anche se più raramente, l’allergia congiuntivale può essere cagionata da agenti fisici, quali: esposizione eccessiva al sole o ad altre radiazioni.
Sintomatologia e diagnosi
Larghezza montatura
Di seguito la tabella delle dimensioni in millimetri della larghezza degli occhiali misurata internamente da asta a asta
S fino a 125 mm.
M fino a 133 mm.
L fino a 140 mm.
XL oltre 140 mm.
I sintomi principali dell’allergia congiuntivale sono rappresentati da un’eccessiva lacrimazione con secrezione abbondante che tende ad incollare le ciglia, bruciore, sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio, fotofobia e prurito: quest’ultimo, in particolare, è sicuramente il sintomo più comune e può durare da poche ore ad alcuni giorni.
La diagnosi viene effettuata dall’oculista attraverso un microscopio con lampada a fessura che permette di verificare i segni della presenza dell’allergia congiuntivale come, ad esempio, l’ingrossamento dei vasi sanguigni sulla superficie dell’occhio stesso.
Come si tratta l’allergia congiuntivale?
L’allergia congiuntivale si può trattare con risultati che possono variare da un individuo all’altro.
Tuttavia, è doveroso chiarire che il “carattere allergico” rimane per tutta la vita.
Il trattamento principale è rappresentato, quando possibile, nel rimuovere l’allergene responsabile o cercare, quantomeno, di evitarlo nella misura massima possibile.
Ulteriori trattamenti sono rappresentati dall’uso topico di colliri e dall’utilizzo di lacrime artificiali.
L’immunoterapia specifica prevede una somministrazione di dosi sempre crescenti di allergene al fine di indurre tolleranza, così desensibilizzando il soggetto nei confronti dell’allergene.
Accorgimenti da prendere in casa ed all’aperto
Particolare attenzione, da parte di chi è affetto da allergia congiuntivale, va prestata negli ambienti domestici.
E’ soprattutto qui che bisogna evitare di innescare e/o favorire il processo riproduzione di acari.
Il primo accorgimento è quello di evitare il deposito di peli di animali domestici.
La camera da letto, in particolare va sempre arieggiata e deve essere tenuta sgombra dagli arredi non lavabili o che favoriscono l’accumulo di polvere come tappeti, tendaggi, moquette.
Chi è affetto da allergia congiuntivale dovrebbe attuare tutte quelle misure farmacologiche e comportamentali di tipo preventivo.
Ciò allo scopo di poter trascorrere ore all’aperto senza incorrere nei fastidiosi disturbi tipici di questa patologia. In auto, è bene tenere chiusi i finestrini e utilizzare condizionatori con filtro anti-polline.
E’ preferibile evitare gite in campagna nel periodo dell’impollinazione e preferire località in alta montagna o marine rispetto alla collina.
Accorgimenti particolari con il bambino allergico
Nel caso in cui a soffrire di allergia congiuntivale sia un bambino, ciò a cui bisogna fare particolare attenzione è che il piccolo non vada toccarsi gli occhi per evitare infezioni e traumi alla cornea.
Questo accorgimento si rende ancora più perentorio in presenza di un forte prurito.
Bisogna prestare inoltre particolare attenzione, soprattutto durante la stagione estiva, ai raggi solari che devono essere filtrati mediante appositi occhiali dotati degli opportuni filtri a norma di legge che riducono sensibilmente quei disturbi indotti dalla fotofobia, particolarmente marcata in caso di congiuntivite allergica in fase acuta.
Nel caso di un bambino affetto da questa patologia va evitata in maniera rigorosa il contatto con il fumo di tabacco: il fumo passivo, infatti, favorisce la comparsa di questa patologia nel bambino, questo prima ancora del suo nascere, quindi in gravidanza, ma anche durante l’allattamento.
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