3 accorgimenti utili a riconoscere in tempo i difetti visivi degli anziani
I fattori biologici legati all’invecchiamento rappresentano la prima causa di insorgenza di patologie a carico delle persone anziane, le quali si trovano a dover far fronte a debolezza muscolare, disturbi dell’equilibrio, malattie neurologiche e, non da ultimo, difetti visivi.
Il più noto, comune e diffuso disturbo della vista che compare dopo i 45 anni di età è, sicuramente, la presbiopia, ossia, come sappiamo, l’incapacità progressiva di vedere l’oggetto osservato da vicino.
La testimonianza del fatto che trattasi di una patologia visiva classica dell’età avanzata deriva dalla sua stessa derivazione linguistica: “presbiopia” in greco significa proprio “vista da vecchi”.
Ma, oltre a questo comune difetto visivo, gli anziani accusano anche altri disturbi che, molto spesso, vengono trascurati, e che, invece, presagiscono la possibile insorgenza di altre patologie alla vista.
Larghezza montatura
Di seguito la tabella delle dimensioni in millimetri della larghezza degli occhiali misurata internamente da asta a asta
S fino a 125 mm.
M fino a 133 mm.
L fino a 140 mm.
XL oltre 140 mm.
Ma, ci si chiede, come interpretarne correttamente le relative avvisaglie?
Scopriamolo insieme.
1. Oscuramento della vista/ diminuzione dell’acuità visiva: possibile cataratta
La progressiva diminuzione dell’acuità visiva rappresenta un serio campanello allarme che dovrebbe suggerire l’opportunità di verificare la possibile presenza della cataratta, il difetto visivo degli anziani più diffuso dopo la presbiopia.
Il fenomeno è caratterizzato dall’opacizzazione, ad evoluzione lenta, del cristallino.
In verità, esistono diversi segnali che lasciano presagire la possibile insorgenza di questa patologia, tra questi: l’annebbiamento visivo, una scarsa visione notturna, e, infine, una subentrata necessità di maggiore illuminazione per la lettura.
Purtroppo, al momento, l’unico rimedio è rappresentato dall’asportazione chirurgica del cristallino stesso, intervento di routine questo che, in genere, viene effettuato in anestesia locale senza particolari rischi e in ambienti ormai ben attrezzati.
2. Restringimento campo oculare: possibile glaucoma
La diagnosi del glaucoma è molto importante: essa si manifesta con una progressiva alterazione del campo visivo, il quale tende via via a restringersi progressivamente fino alla sua completa scomparsa.
Questa alterazione è imputabile al progressivo aumento della pressione dei liquidi all’interno dell’occhio.
Questo difetto visivo degli anziani colpisce circa il 10% delle persone con minorazioni della vista e, purtroppo, può condurre alla cecità, di cui questa patologia ne è prima causa in Occidente.
Il progredire della patologia in questione è lento e subdolo: alcune volte neppure ci se ne rende conto, fino alla perdita della totale capacità visiva.
3. Improvvisa riduzione dell’acuità visiva: possibile ischemia oculare
Alcuni soggetti, in particolare quelli affetti, ad esempio, da malattia dell’arteria carotide, insieme all’attacco ischemico transitorio cerebrale possono accusare i sintomi della retinopatia ipotensiva, una severa forma di ischemia cronica che colpisce l’occhio e le strutture endo-orbitarie irrorate dall’arteria oftalmica. Il primo utile accorgimento per avvedersi in tempo della possibile presenza di questo difetto visivo negli anziani è quello di non sottovalutare l’eventuale riduzione dell’acuità visiva che si manifesta, quasi nel 50% dei casi, in modo improvviso.
Solo in alcuni casi, per altro isolati, infatti, si può avvertire un dolore oculare e/o all’orbita.
Un difetto visivo negli anziani, se non riscontrato in tempo e non corretto tempestivamente, può riflettersi seriamente e pesantemente non solo sulla visione in sé ma, più in generale, sulla qualità della vita dell’anziano.
Un esame accurato, sia della vista che della struttura anatomica dell’occhio, si rende imperativo per la diagnosi precoce dei difetti visivi negli anziani.
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