Pupilla: l’organo deputato alla trasmissione della luce in continuo movimento
La pupilla è un foro posto al centro dell’iride, precisamente nella parte anteriore dell’occhio, la cui funzione è quella di consentire alla luce di penetrare nella parte posteriore del bulbo oculare.
Essa è protetta dalla cornea, strato trasparente che ricopre tutta la parte anteriore dell’occhio.
Le dimensioni della pupilla possono variare dai 2 ai 5 mm e non sono fisse, bensì variabili, visto che sono controllate direttamente dall’iride che, proprio per mezzo della pupilla, riesce a modulare la quantità di luce che entra nell’occhio: in caso di illuminazione debole essa tende a dilatarsi per consentire di catturare quanta più luce possibile (miosi).
Tale peculiare ed impercettibile attività è regolata da neuroni parasimpatici.
Larghezza montatura
Di seguito la tabella delle dimensioni in millimetri della larghezza degli occhiali misurata internamente da asta a asta
S fino a 125 mm.
M fino a 133 mm.
L fino a 140 mm.
XL oltre 140 mm.
In caso di luce particolarmente intensa, invece, la sua costrizione (midriasi) permette che le cellule fotosensibili della retina non subiscano danneggiamenti.
In questo caso della contrazione dei muscoli dilatatori è artefice dall’ortosimpatico.
Miosi: la difesa della pupilla all’eccesso di luce ed allo stress
La risposta della pupilla alla fatica o agli stimoli luminosi intensi ai quali è sopposta è detta in accezione medica miosi, dal greco meiosis (costrizione).
Trattasi di un riflesso alla presenza di uno stimolo luminoso che si concreta nella diminuzione del diametro pupillare, che, in questo caso, assurge ad episodio strettamente fisiologico, osservabile però anche in alcune patologie quali l’uveite, la iridociclite, nonché in presenza di corpi estranei corneali, danni oculari, disturbi neurologici, intossicazione da narcotici o da sostanze chimiche.
Altre cause di costrizione della pupilla sono le ustioni chimiche, l’anestesia profonda, l’utilizzo di farmaci per uso topico. Una cornea opaca spesso rende la miosi difficile da rilevare.
Midriasi: fisiologica reazione della pupilla alla presenza di scarsa luce
Alla costrizione della pupilla, di converso, si aggiunge anche il fenomeno opposto, ossia la dilatazione della stessa, nota come midriasi, causata dalla contrazione del muscolo dilatatore dell’iride, come risposta, in questo caso, ad una eccessiva riduzione della luce.
Proprio come il fotografo allarga il diaframma dell’obiettivo allo scopo di catturare più luce possibile, allo stesso modo la midriasi rappresenta la risposta fisiologica della pupilla in situazioni di luce carente. Tuttavia, questa dilatazione della pupilla può dipendere anche da forti emozioni o dalla somministrazione di farmaci midriatici. Anche alcuni traumi dell’occhio o disturbi neurologici possono essere causa di midriasi, così come possono esserlo l’assunzione di farmaci come gli antistaminici, barbiturici, estrogeni, antidepressivi triciclici, ecc.
Patologie che interessano le pupille
Tra le patologie che interessano le pupille è possibile annoverare l’anisocoria, una disuguaglianza nell’ampiezza delle due pupille che a volte è di natura genetica, altre volte è di natura patologica, in particolare quando l’asimmetria è presente in occasione di stimoli della luce o di attività dello sguardo. L’anisocoria è anche il sintomo di altre patologie, quali la paralisi del terzo nervo cranico.
Essa può dipendere da difetti iridei congeniti, da traumi, da disfunzioni nella costrizione pupillare e può altresì essere indotta da farmaci (colliri, scopolamina).
La terapia prevede trattamenti diversi in base al tipo di causa che ne è a monte.
Si rende pertanto opportuno, alla luce di quanto sin qui riferito, consultare il medico in presenza di eventuali sbalzi di dimensioni delle pupille, soprattutto se inspiegabili o improvvisi, perché, come chiarito, le cause possono essere le più numerose e diversificate.
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