3 valide strategie per intuire la differenza tra miopia ed presbiopia
Occhi e cervello, che in modo coordinato lavorano insieme per fornirci tutte le informazioni visive, vanno a costituire il nostro sistema visivo.
Nel caso della miopia e della presbiopia accade che questo normale e corretto lavoro sinergico subisca delle disfunzioni: nell’occhio normale le immagini vanno a fuoco perfettamente sulla retina dando quindi luogo ad una visione ottimale, ma, quando la messa a fuoco non è perfetta, ci troviamo in presenza ad un vizio di refrazione.
Questa disfunzione declina, in genere, nella miopia, nella presbiopia o nell’astigmatismo.
Nel primo caso il fuoco delle immagini cade anteriormente alla retina, nel secondo caso va a cadere posteriormente alla retina e, per finire, nel terzo caso il fuoco delle immagini si va a “posizionare” su due piani diversi. Se per lo specialista è facile comprendere la differenza tra queste tre patologie visive, lo stesso non vale per noi digiuni in materia.
Larghezza montatura
Di seguito la tabella delle dimensioni in millimetri della larghezza degli occhiali misurata internamente da asta a asta
S fino a 125 mm.
M fino a 133 mm.
L fino a 140 mm.
XL oltre 140 mm.
Ecco dunque qualche utile accorgimento per avvederci della differenza tra miopia e presbiopia
1. Verifica un’eventuale tendenza a strizzare gli occhi
La miopia è il difetto della vista più frequente al mondo, in Italia ne è affetto ben un quarto di tutta la popolazione. Miopia deriva dal termine greco Myo (chiudere), termine che indica la tendenza del miope a strizzare gli occhi per vedere meglio da lontano: ecco come la stessa accezione del termine celi in nuce l’accorgimento principe del quale avvalersi per intuire la possibile presenza di tale patologia e distinguerla dalla ipermetropia.
2. Attenzione al difetto nella messa a fuoco
Nell’occhio miope i raggi cadono davanti alla retina per poi divergere, formando un’immagine sfuocata. Nel linguaggio medico questo modo di “funzionare” è considerato un vizio di refrazione a causa del quale si vede sfuocato da lontano, mentre la visione da vicino può essere buona.
Indizio utile a dedurre la possibile presenza di tale patologia e carpire la differenza tra miopia e presbiopia è quello di verificare la possibile presenza di difficoltà nella messa a fuoco, che può rivelarsi tanto più scorretta e fallace quanto più grave è il difetto visivo.
3. Non sottovalutare mal di testa ed affaticamento visivo
L’ipermetropia rappresenta un difetto visivo che spesso non da sintomi, in ogni caso, è facilmente riscontrabile con una visita oculistica. Nell’occhio ipermetrope i raggi luminosi vengono ad essere focalizzati al di là della retina, al contrario quindi di quel che accade nell’occhio miope.
Entro certi limiti l’occhio ipermetrope, mediante l’accomodazione, tende a correggere naturalmente tale difetto: tale compensazione è ovviamente limitata a ipermetropie di grado medio-basso e il grado di accomodazione è maggiore nella giovane età, mentre diminuisce con gli anni.
Nei soggetti meno giovani tale deficit visivo può manifestarsi in frequenti mal di testa, affaticamento visivo, soprattutto durante e dopo la lettura: ecco alcuni sintomi da non sottovalutare e da non ritenere, per partito preso, imputabili a stanchezza e stress, in quanto essi possono potenzialmente derivare dalla subdola presenza di ipermetropia.
L’opportunità di riconoscere un difetto visivo e, nello specifico, di dedurre la differenza tra miopia e presbiopia, non è fatto di poco conto: si pensi, ad esempio, a quanto decisivo possa essere con i nostri bimbi, i quali difficilmente, specie se in tenera età, sono in grado di manifestare, a parole, un deficit visivo.
In questo caso gli accorgimenti rappresentati sono, come si intuisce, più che mai di grande valenza.
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