La centratura delle lenti
Una lente occupa una posizione corretta davanti all’occhio quando l’asse visivo attraversa il suo centro ottico. Eccentricamente a questo punto la lente produce un effetto prismatico che determina lo spostamento della posizione apparente di un oggetto e, di conseguenza, una modificazione della posizione che l’occhio deve assumere per fissarlo.
Dato che gli occhi compiono continui movimenti di versione e di vergenza, non si può evitare che gli assi visivi attraversino le lenti in zone periferiche dove l’effetto prismatico incide sull’entità del movimento da compiere per spostare la fissazione da un punto all’altro.
Nella fig.59 qui sopra, è rappresentato il movimento di rotazione che un occhio deve compiere per trasferire la fissazione da un punto A ad un punto B.
Se davanti all’occhio viene anteposta una lente positiva l’effetto prismatico costringe l’occhio a compiere una rotazione più ampia; se la lente è negativa la rotazione dovrà, al contrario, essere minore.
Larghezza montatura
Di seguito la tabella delle dimensioni in millimetri della larghezza degli occhiali misurata internamente da asta a asta
S fino a 125 mm.
M fino a 133 mm.
L fino a 140 mm.
XL oltre 140 mm.
Ciò significa che l’intervallo A-B viene visto più grande nel primo caso e più piccolo nel secondo ed è il logico corollario dell’ingrandimento e del rimpicciolimento delle immagini retiniche operato dai due tipi di lenti. Questo fatto non procura altri inconvenienti che non siano quelli indotti dalla variazione di dimensioni dell’immagine retinica.
Mentre non ha molta importanza il fatto che le lenti correttive costringono gli occhi a dei movimenti di latoversione o di infraversione più ampi del necessario, è invece da evitare che l’effetto prismatico solleciti dei movimenti disgiuntivi di convergenza o di divergenza di entità tale da superare, o da impegnare eccessivamente la possibilità di azione dei riflessi fusionali che sono destinati a promuoverli.
Non potendosi realizzare una centratura delle lenti valida per tutte le posizioni di sguardo e per tutte le distanze, ci si deve limitare a far si che gli assi visivi passino per i centri ottici almeno in due posizioni fondamentali: quella in cui gli occhi sono paralleli e quella in cui esercitano una convergenza ed una infraversione adeguate al lavoro da vicino. Per raggiungere questo scopo occorre conoscere la distanza che separa gli assi visivi a livello delle lenti.
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