I gruppi di pressione o gruppi di interesse (Lobbies in Inglese).
A cosa ci si riferisce quando si parla di lobbies?
Sono null’altro che dei gruppi di interessi che applicano “pressione” interfacciandosi con la politica e i media allo scopo ottenere delle decisioni a loro favorevoli.
L’azione delle lobbies in Italia, a differenza di altri paesi, non è regolamentata, e la loro influenza, appunto perché non regolamentata, e quindi operante nella penombra, non è quasi mai positiva per il cittadino ma è sempre positiva per lo specifico gruppo di interessi che essa rappresenta.
Un esempio? La lobby dei TAXI.
Da anni, successivi volenterosi ministri hanno cercato di mettere ordine nel mondo dei taxi.
Pare che i taxi in Italia siano troppo pochi e le loro tariffe troppo alte.
Non lo dice il ministro ma lo può affermare chiunque si sia recato all’estero e abbia preso un taxi a Londra, Parigi o Berlino. Da qui la necessità, nell’interesse della comunità, di aumentare il numero dei taxi circolanti e introdurre normative e liberalizzazioni che porterebbero ad una vera concorrenza e di conseguenza ad una riduzione del costo medio della corsa.
L’ultimo che ci aveva provato, fu il ministro Pier Luigi Bersani con una delle sue “lenzuolate” che erano poi delle proposte di legge.
Il Bersani, anche conosciuto ai più perché lui non “smacchia i giaguari” tra le altre cose, aveva previsto di aumentare il numero di licenze disponibili.
Apriti cielo !!!! la lobby dei taxisti si è subito messa in moto.
Se fossero aumentate le licenze, quelle vecchie che erano state pagate a caro prezzo dagli attuali proprietari e che sarebbero state rivendute ad altrettanto caro prezzo una volta raggiunta l’età del pensionamento, avrebbero automaticamente perso molto del loro valore.
Vero. Per questo Bersani aveva previsto, a mo’ di compensazione, di concedere gratuitamente una ulteriore licenza nuova a chi una licenza l’aveva già.
No, la lobby dei taxi non giudicava questa soluzione accettabile e alla fine, dopo lotte, manifestazioni, scioperi, cortei, disagi per i cittadini e altro, la riforma dei taxi non si fece più. La lobby aveva nuovamente vinto ma forse…UBER darà ai taxisti qualche dolore nei tempi a venire.
Altro esempio?
La POTENTE lobby dei FARMACISTI
A chi è capitato di viaggiare in Paesi evoluti quali gli USA, la Gran Bretagna, la Francia e altri, sarà successo di avere bisogno di comprare delle aspirine o del paracetamolo o lo sciroppo per la tosse, o qualche altro “farmaco da banco”, tutti quei farmaci cioè che non necessitano di ricetta medica.
Bene, nei paesi sopracitati, oltre che nelle farmacie, detti farmaci si acquistano tranquillamente nei supermercati, spesso persino nelle edicole. Provare per credere.
In quanto al prezzo poi, vi faccio un esempio: quando vado negli USA faccio sempre scorta alla Walmart di Paracetamolo, conosciuto anche come Acetaminophen (utile come antidolorifico), in confezioni da 500 pastiglie da 500mg l’una al prezzo per confezione di $6,98 quindi 1,4 centesimi di dollaro a compressa (equivalente a 1,3 centesimi di Euro a compressa). CLICCA QUI
Adesso fate bene attenzione perché vi dico quale è la differenza di prezzo per lo stesso farmaco in Italia dove potete acquistarlo SOLO in farmacia o parafarmacia (una invenzione solo italiana…): PREZZO in Italia per singola compressa = Minimo 7,50 centesimi in parafarmacia Coop e fino a 16,00 centesimi a compressa nelle farmacie di quartiere.
Riassumendo, in Italia, causa la lobby delle farmacie lo stesso farmaco vi costa da un minimo del 600% al 1200% in più rispetto agli Stati Uniti. Chi si mette in tasca ‘sti soldi?
Provate un po’ ad indovinare!
Fate bene attenzione che lo stesso rapporto di prezzo esiste per TUTTI i farmaci da banco che non richiedono la ricetta, cioè sciroppi per la tosse, aspirine, tachipirina, ibrufen ecc. ecc.
Nella recente “lenzuolata” di nuove normative introdotte, la ministra della salute certa Beatrice Lorenzin, ministra della salute, messa li’ da Renzi perché ha una grande esperienza e ha studiato molto (ha infatti conseguito il diploma di maturità classica), si è opposta ENERGICAMENTE a che i farmaci da banco potessero venire liberalizzati e venduti in posti altri che le farmacie facendo così in modo che vi fosse una vera concorrenza sul prezzo del farmaco. Tutto è rimasto com’era: i farmacisti hanno ovviamente brindato allo scampato pericolo per i loro guadagni!!!!
Vorremmo chiedere alla ministra: ma di chi fa gli interessi Lei? Dei cittadini tutti o solo di quelli che gestiscono una farmacia?
E non ci venga a dire che i consumatori comprando in farmacia sono più tutelati.
Questa è una gran balla a cui oramai non crede più nessuno.
Dai Lorenzin, alla prossima occasione scontenta la lobby dei farmacisti e fai gli interessi dei consumatori. Dimostrerai di avere palle e magari verrai rieletta.
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