GLI OCCHIALI DI GUGLIELMO DA BARKESVILLE
Ricordate il famoso romanzo del 1980 di Umberto Eco intitolato Nel Nome Della Rosa?
Magari vi è capitato di vedere il film tratto dall’omonimo romanzo realizzato nel 1986 dal regista Jean-Jacques Annaud.
L’interprete principale del film era l’attore scozzese Sean Connery che interpretava il frate Guglielmo da Barskesville. Frate molto dotto, amante dei libri al cui seguito vi era il novizio Adso da Melk, interpretato da un giovane Christian Slater.
La storia, magnificamente narrata da Eco, racconta della vita in un monastero benedettino sito nel nord d’Italia nel 1327. Si tratta di un romanzo storico/poliziesco, che narra le intricate vicende che accadono nell’arco di sette giorni, all’interno del monastero. Ne succedono di tutti i colori. Monaci annegati, ammazzati, bruciati vivi dalla inquisizione. A tutto questo fa da sfondo la famosa, ricca e splendida biblioteca del monastero che raccoglie tra i suoi abitanti un discreto numero di monaci amanuensi che erano coloro che scrivevano i libri. Nel 1327 la stampa non era ancora stata inventata e i libri erano tutti “fatti” a mano da detti monaci. Loro era il compito di creare delle copie di libri su commissione di chi si poteva permettere di spendere tali cifre. Il costo di un libro era infatti fuori dalla portata della gente comune che, in ogni caso, non sapeva neanche leggere. Solo gli aristocratici o i ricchi signori potevano permettersi di possedere dei libri.
In una delle scene del film, Sean Connery / Guglielmo da Barkesville riesce finalmente ad introdursi nella biblioteca il cui accesso è reso intricato da una specie di labirinto. Egli sta cercando di scoprire cosa o chi sta uccidendo i monaci che frequentano la biblioteca. E’ qui che, per leggere un libro al lume di una candela, estrae dal saio un grosso paio di occhiali. Sono due rudimentali lenti tenute insieme da una rozza montatura.
Più che di occhiali li potremmo definire due grosse lenti di ingrandimento probabilmente ottenute consumando con paste abrasive finissime e con grande pazienza dei pezzi di vetro fino a renderli convessi al punto di ingrandire le parole scritte sul libro. Guglielmo, sempre seguito dal giovane Adso, che è poi colui che nel libro narra la vicenda, riuscirà alla fine a scoprire che i monaci morti erano stati avvelenati per mezzo di un veleno spalmato sulle pagine di un libro, che nella mente del vecchio bibliotecario cieco Malachia, monaco pazzo e fanatico, non avrebbe dovuto essere letto da alcuno perché si trattava di una opera buffa che induceva al riso.
Larghezza montatura
Di seguito la tabella delle dimensioni in millimetri della larghezza degli occhiali misurata internamente da asta a asta
S fino a 125 mm.
M fino a 133 mm.
L fino a 140 mm.
XL oltre 140 mm.
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