MIOPIA – COME SI MANIFESTA
La miopia e quel vizio refrattivo nel quale, in condizioni di rifrazione statica, i raggi luminosi che provengono da distanza infinita vengono messi a fuoco davanti alla retina in quanto il potere refrattivo del diottro oculare è eccessivo rispetto alla lunghezza del bulbo. Perché i raggi luminosi vadano a fuoco sulla retina di un occhio miope occorre che essi siano divergenti, che essi abbiano cioè alla loro incidenza sulla superficie corneale anteriore una vergenza negativa tale da neutralizzare l'eccesso di vergenza positiva che viene impressa dal diottro oculare.
Questi raggi divergenti originano da un punto situato a distanza finita nell'occhio che si chiama remoto; esso rappresenta il fuoco coniugato dalla retina dell’occhio miope in condizione di refrazione statica. I raggi paralleli possono essere messi a fuoco sulla retina solo quando una lente negativa li rende divergenti come se provenissero dal punto remoto.
L' errore refrattivo della miopia viene, dunque, corretto anteponendo all'occhio una lente negativa il cui fuoco principale coincide col punto remoto. L'entità della miopia è determinata dal valore diottrico della distanza dall'occhio del punto remoto, cioè dall' inverso di questa distanza in metri. Una miopia che abbia un punto remoto a 0,5m è una miopia di due diottrie ; se il punto remoto è a 0,20m la miopia è di 5 diottrie e così via.
Più elevata è la miopia più vicino all'occhio è il punto remoto. Nella pratica clinica l'entità della miopia viene misurata dal potere di una lente negativa che, posta davanti all'occhio alla distanza abituale di 12-13mm porta sulla retina il fuoco dei raggi paralleli. In base alla sua entità la miopia può essere definita lieve cioè fino a 3 diottrie, di medio grado da 3 a 6 diottrie ed elevata oltre le 6 diottrie.
Larghezza montatura
Di seguito la tabella delle dimensioni in millimetri della larghezza degli occhiali misurata internamente da asta a asta
S fino a 125 mm.
M fino a 133 mm.
L fino a 140 mm.
XL oltre 140 mm.
Nel miope, non corretto gli oggetti situati al di là del punto remoto vengono visti sfuocati in quanto determinano la formazione sulla retina di cerchi di diffusione. Per essere visti con assoluta nitidezza essi debbono essere posti ad una distanza dall'occhio almeno pari a quella del punto remoto, ma una discriminazione sufficiente può essere ottenuta anche ad una distanza superiore al punto remoto nell'ambito della profondità di campo. Un occhio miope di 2,5 diottrie con una profondità di fuoco di una diottria a una profondità di campo che va da 33cm a 50cm; una visione sufficientemente distinta viene ottenuta in questo caso già ad una distanza di 50cm.
Ciò spiega perché i miopi non corretti riescono a lavorare bene da vicino anche a distanze lievemente superiori al loro punto remoto. Questa facoltà viene largamente sfruttata nelle miopie medie ed elevate allo scopo di non sovraffaticare la convergenza. Le sole possibilità miglioramento del visus in un miope non corretto si fondano sull’aumento della profondità di campo ottenuto riducendo le dimensioni dei cerchi di diffusione.
Ecco perché i miopi cercano di ottenere l'effetto di un apertura stenopeica strizzando le palpebre quando guardano lontano e perché sono meno disturbati dal loro difetto nelle ore meridiane quando, a causa della forte illuminazione, la pupilla e più in stretta.
D'altro canto il peggioramento del visus avvertito dai miopi nelle ore crepuscolari e notturne e almeno in parte, imputabile all’aumento del diametro pupillare.
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